venerdì 7 dicembre 2007

07-CUCINA

FOTO-GALLERIA CUCINA

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QUESTA E' LA STANZA DELLA CUCINA.

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A DIPOSIZIONE DI TUTTI QUELLI CHE CERCANO O HANNO UNA RICETTA.
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Per scrivere in questa stanza,
"CLICCATE" SU COMMENTI


69 commenti:

Anonimo ha detto...

La ricetta: Sanfurricchi
Ingredienti: miele 1 kg, olio di oliva. Per la preparazione occorrono: un tavolo di marmo, un lungo chiodo, una tavoletta di legno e una di zinco nelle misure di cm 10 x 50
Preparazione: appendere la tavoletta di legno a un solido sostegno, su questa applicare la striscia di zinco (tutte e due in senso verticale), in alto fissare il lungo chiodo e ungere di olio sia questo che lo zinco. Versare il miele in un recipiente possibilmente di rame e farlo bollire mescolando, sempre nello stesso senso, con un mestolo di canna (o di legno). Quando il miele comincerà a fare i fili toglierlo immediatamente dal fuoco e rovesciarlo sul ripiano di marmo già unto di olio, impastarlo sveltamente con una paletta e quando sarà abbastanza freddo lavorarlo con le mani unte d'olio. Appena risulterà un po' consistente, tirarlo formando una lunga striscia; appenderla al chiodo come uno straccio e tirarla con tutte due le mani, sino al limite di trazione, formando così due strisce, indi congiungere i due lati della striscia, toglierla dal chiodo, tirarla con le mani e appenderla un'altra volta al chiodo continuando con lo stesso procedimento di prima sino a quando la ciaurrina diventerà bianca; di tanto in tanto, ungere le mani con olio. Formare poi con il composto dei cerchi e delle sagome attorcigliate..

da:" osservatorio del miele"

Anonimo ha detto...

La ricetta: PIGNUCCATA
La pignoccata si confezionava tradizionalmente nei paesi dell’ ex contea di Modica, la domenica di Carnevale, ma poi si diffuse in quasi tutta la Sicilia. Dopo le privazioni della quaresima ci si consola con “cibo a scialare” da cui “carnasciale” o carne a scialare. Ingredienti: 6 uova, ½ kg. di farina di majorca o di tipo OO, 100 gr. di zucchero, 80 gr. di strutto, scorza di limone grattugiata, un pizzico di sale, cannella, 300 gr. di miele, un pugnetto di pistacchi. Preparazione: Battere con un cucchiaio di legno le uova con lo zucchero. Aggiungere lo strutto ammorbidito, la farina, la scorza di limone grattugiata. Impastare tutto e lasciare riposare per mezz’ora. Prendere l’impasto a poco a poco e farne dei bastoncini della grossezza di un mignolo. Tagliarli a tocchetti di 2 cm. circa e farne delle pallottoline. Friggerle in abbondante olio caldo. Fare sciogliere in una casseruola il miele con pochissima acqua aggiungervi la pignolata , mescolare bene affinchè tutti i tocchetti possano insaporirsi bene e sistemarli in un vassoio dandogli la forma di una pigna. Spolverarvi sopra cannella e pistacchi macinati grossi. Una variante di questa ricetta è la famosa pignulata di Messina: i tocchetti di pasta anzichè fritti vengono infornati e poi, una parte passati in una glassa di zucchero bianca al limone, e il resto nella glassa di cioccolato.

da: "cuore di sicilia"

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti, volevo presentare un piatto semplicissimo conosciuto a tutti noi, ma da molti dimenticato, non da me che sono rimasto legato ai piatti tipici nostrani, tanto semplici ma buoni.
Ebbene oggi ci facciamo una bella spaghettata con i "brocculi affucati" qui non serve altro per circa 4 persone che mettere a bollire in acqua salata 500-600 grammi di broccoli, appena i broccoli sono cotti "al dente", scolarli e buttarli in una padella dove si ha gia' soffritto dell'aglio (meglio se anche un paio di filetti di "anciovi" che danno un po' di sapore in piu')nel frattempo che i broccoli friggono con l'aglio nell'olio d'oliva, abbiamo anche i spaghetti pronti che vanno scolati e aggiunti pure nella padella insieme ai broccoli, lasciare rosolare un minutino rimescolando il tutto per bene, aggiungere a piacere del peperoncino rosso e ...buon appetito,vediamo ancore se si riesce a caricare la foto, ciao alla prossima

Gianni Di Pasquale ha detto...

caro fulvio sortinese doc.
per quello che ne so, non è possibile inserire una foto nei commenti.
Quella che mi hai mandato tramite email, (spaghetti che brocculi) la trovi sulla fascia laterale del blog, a fianco della ...cucina.
Riguardo alla tua ricetta penso che qualcuno la ... pratica ancora (io l'ho gustata un paio di giorni fa).
Mia moglie Rita, però, oltre "'angiovi" ci mette anche dei pezzettini (piccoli) di " pimmaroru sicchu".

Anonimo ha detto...

Si Gianni, e' chiaro che non sono il solo a preparare e gustare i nostri piatti tipici, che vengono anche di mano in mano preparati "personalizzati" prossimamente essendo io amante della cucina e non passa giorno che non dedichi almeno mezz'oretta vicino ai fornelli,postero' qualche pietanza, ciao

Gianni Di Pasquale ha detto...

Questa è la ricetta dei CECI ALLA ROMANELLA, postata da fulvio sortinese doc nel blog gemello e corredata da foto
...
...La preparazione dei "ciciri" e' semplice basta metterli a mollo in acqua salata 12 ore prima di cucinarli, e poi metterli "ncapu" con la stessa acqua, io ci aggiungo di solito 1-2 cipolle tagliate grossolane, un pezzetto di pancetta affumicata, facendo poi cuocere a fuoco lento fino a cottura ultimata, servire con aggiunta di olio d'oliva e pane croccante, e buon appetito.

Gianni Di Pasquale ha detto...

Nella stanza di presentazione alcuni “depravati” frequentatori del blog, per festeggiare la cittadinanza onoraria a Silvana, hanno proposto una “spinnigghiata” con i seguenti cibi e leccornie sortinesi:
Spahgetti agghio e ogghio.
Sasizza .
Liatina.
Mpanati che brocculi.
Mpanati ca ricotta.
‘Nfigghiulati.
Passaretri arrustuti.
Sfinci.
Sanfurricchi.
Paste di mandorla.
Spiritu de fascitrari.
.
Tanto per far capire che noi Sortinesi ci accontentiamo di poco, con spirito masochistico, vorrei integrare la lista con queste altre cibarie tipiche di Sortino:
Ficu sicchi
Mustardi.
Cosi duci ri meli.
Cosi dici ri zuccuru.
Sinapa.
Spaghetti ca sinapa
Cicireddi.
Minnuletri.
Bellaccucchhi.
Crastuni.
‘Nzalori.
Amaretri.
Sparici.
Ficazzi.
Bastardi.
Pignuccata.
Uggiacca.
Aceddu cu l’ou.
Muschittini.
Cunigghiu stimpiratu.
Cucuzzata.(qualcuno sa la ricetta?).
Cuccia (qualcuno sa come si fa?).
Biancumanciari.
Suddi (cavateddi).
Pizzoli.
Cutruruni.
Frasquatili (chi sa la ricetta?).
Ricotta caura.
Ricotta frisca.
Cassatini ca ricotta e cannella.
Quagghiata.
Pipi arrustuti.
Cacocciuli arrustuti.
Alivi arrustuti.
Furmggiu arrustutu.
Bruciaretru.
‘Nzalata d’aranciu.
Funci ri carrubba.
Ciciri a rumanella.
Fasola che urranii.
Spagetti che brocculi.
Purpetti di finucchetri rizzi (per me, la madre di tutte le polpette).
.
stretta la foglia,
larga la via
dite la vostra
che ho detto la mia.

triscele ha detto...

Complimenti Gianni hai fatto una bella sfilza di cosi boni, anzi troppu boni, tipicissime del nostro paesello.
Non riesco a immaginare Sciurtinu senza finucchietru,senza babbalucci,ecc ecc, fanno parte della nostra cultura sopraffina x il taffio.
Molti dicono ca semu boni sulu pi manciari e biviri.
Ma pensadoci bene chi n'arresta di sta vita, se non i momenti passati insieme agli amici,magari a Saraminzana, porta di Pantalica, o e Cugni, cu l'aria fina.
Nenti, Gianni mi hai convinto,ora fazzu du telefonati e m'pocu di spisa e partu pi n'campagna, ca aieri e truvatu m'pugnu di sparici a carruba, accussi ci spizzamu du uova.
ummmmmmmm......
Vi salutu

Anonimo ha detto...

Mannaggia!!!!!!! Ma ta fattu veniri 'nu disiu di sciurtinu e di mangiari!!! E ora commu fazzu? Mi mangiassi deci purpetti di finucchetru rizzu e menza vastetra di pani cu menzu litru i vinu. Ciau, siti tutti sbannuti. enzob

luisor ha detto...

Babbalucci, babbaluccetri, 'ntupatetri e crastuni....un po' di peperoni arrosto, una birra, e un po' di funghi porcini. Che altro chiedere alla vita?!

Gianni Di Pasquale ha detto...

Caro Enzo, chiedevi della saimmi.
Data la mia più ...giovane età rispetto alla tua..., sarei l’ultima persona che potrebbe darti una giusta indicazione. Posso dirti che ho fatto delle ricerche e sono arrivato alla seguente conclusione (non so quanto corretta):
SAIMMI = SUGNA = STRUTTO.
Se questi tre nomi indicano la stessa cosa, ecco una breve descrizione del prodotto:
Lo strutto (altrimenti detto sugna), è il grasso derivato da diverse parti dal maiale, e si ottiene fondendo i suoi tessuti adiposi; ha la consistenza di una candida crema compatta.
Per effettuare questa operazione è necessario separare il grasso dalla cotenna, il quale verrà poi tagliato a dadini e messo a cuocere a fuoco lento, in modo da fondersi e far evaporare l’acqua in esso contenuta. Quando questi piccoli pezzetti di grasso diventeranno rosati (dopo qualche ora), verranno colati e strizzati con una pressa. Il liquido ricavato è lo strutto e i pezzetti di grasso sono i cosiddetti ciccioli. Questi ultimi, cotti e ormai privi di gran parte del loro contenuto di grasso si usano come ripieno per i preparati come pane taralli,focacce, torte salate, ecc…
Lo strutto è stato largamente usato nei tempi passati, specialmente nelle cucine del centro-sud d’Italia, sia per friggere (in quanto di minor costo rispetto all’olio d’oliva), sia come ingrediente per ricette di ogni tipo. Anche se oggi non è più così di moda nelle nostre cucine, l’industria, invece ne fa largo uso: lo troviamo infatti in numerosissimi prodotti da forno (grissini, pan carrè, crackers, negli impasti per pizza e focaccia, nel pane confezionato e non….).
L’impiego dello strutto nell’impasto rende più friabile la massa del glutine presente nel prodotto, aumenta il volume dell’impasto rallentando le perdita di umidità e conferisce sapore e fragranza.
Lo strutto si trova in commercio, generalmente nei supermercati, in tre formati: liscio, granuloso e a fiocchi.
.
Per quanto riguarda il grasso di cui parla Luisor, credo che non si tratta della saimmi, ma di un grasso vero e proprio ricavato sempre dal mauiale.
Ricordo che anche i miei fratelli usavano questo grasso per ammorbidire i loro scarponi di campagna.
Ricordo anche che, nelle giornate uggiose e piovose invernali, quando non si poteva lavorare la terra, in un vecchio bacile, al riparo dalla pioggia, facevano una “farata” e arrostivano delle belle fette di pane fatto in casa, spalmate con questo grasso. Devo dire che ancora oggi, il ricordo del sapore gradevolissimo di questo pane “arrustuttu”, in una frazione di secondo, mi riporta indietro di almeno 55 anni.

Anonimo ha detto...

Ciao, si Gianni hai ricercato bene perche' io mi ricordo ai tempi quando mia madre ci faceva i biscotti al latte (2 volte l'anno, a Natale e a Pasqua)allora mandandomi a comprare gli ingredienti per i biscotti da "ranna Peppina" una delle piu' conosciute "putie" di allora nella strada "e pasqualetri", appunto tra gli ingredienti c'era pure la "saimmi", ciao

Anonimo ha detto...

Allora Gianni, volevi sapere come si fanno i "frasquatili" se mi ricordo bene e detto in grosso modo i frasquatili non sono altro che
broccoli bolliti dove poi sulla pentola al brodo si aggiunge della farina mestolando per bene sino ad ottenere un sugo compatto e cremoso (a piacere)
comunque niente di speciale, preferirei un po' di "crastuni" fritti insieme ai "pipi sicchi" e "funcia di carrubba" questa e' una pietanza "ca nun ci sunu sordi pi putilla paiari" ciao

Gianni Di Pasquale ha detto...

I crastuni li ho raccolti ieri. I pipi li ho comprati. Quale è la ricetta giusta?

Anonimo ha detto...

Carissimi;...ma comma e' fari ccu buiautri? Sempri parrati di mangiari, e poi di cussitti ca fanu veniri u pitittu. "crastuni cche pipi ecc. Vi pari giustu? Iu mi trovu nna sta terra di hamburgers e hot dogs e m'ammintuvati cosi ca mi fanu sfunnari u stommucu..Comma e fari? Mi ni vegnu a sciurtinu? A Saraminzana? E Cugni? Unni vuliti vuiautri basta cca mi fati passari u pitittu. enzob

luisor ha detto...

Io i crastuni li mangio fatti in questa maniera: si mettono a, come diceva mia madre, spurgari per un paio di giorni in un recipiente con dentro un pò di sabbia o segatura e ben chiuso.Quindi si prepara un sugo fatto con pomodoro aglio prezzemolo sale peperoncino e quando bolle si buttano dentro per 15-20 minuti i crastuni precedentemente lavati per bene. Quanto ai peperoni arrosto, nel modo classico: arrostiti, spellati, asciugati un po, fatti a fette, conditi con un vero olio extravergine d'oliva.

Anonimo ha detto...

Allora Gianni, ma dove l'hai raccolto "sti crastuni?" se li hai presi allo stato "brado" di questi periodi e dalle parti dell'Adda, allora " sti crastuni" che pascolano gia'chissa' da quanto tempo debbono allora essere messi in un paniere e in un luogo asciutto per 1-2 settimane a spurgare,perche' se le mangi adesso "sanu amarostichi" per l'erba mangiata, quindi dopo che loro 1-2 settimane sono stati a digiuno e si sono spurgati,vengono bolliti per alcuni minuti, dopodiche' con l'aiuto di una spingola o uno stecchino vengono tirati fuori dalla loro "casa" e separati dai loro interiori, fatto questo in una padella si soffrigge una cipolla dove poi si aggiungono i peperoni tagliati a striscie ( i peperoni secchi di cui parlavo io, erano peperoni che venivano essiccati in estate,e messi in conserva in un sacco coi buchi tipo sacco di patate, e poi prima dell'uso venivano messi a mollo in acqua che "ritornavano" e avevano un sapore e un aroma particolare)quindi appena i peperoni sono un po' rosolati, vengono aggiunti i "crastuni" e dopo avere salato e pepato a piacere, si consuma il tutto con del pane casereccio e annaffiando con "sciroppo di cantina".
Poi se si vogliono preparare dei "Crastuni" tipo spuntino alla "paisana" allora dopo aver liberato i "crastuni) dalla casa e dei budelli, allora si spellano un paio di pomidoro e si tagliano a pezzetti,e si prepara con questi una salsina dopo averci soffitto a piacere dell'aglio o della cipolla aggiungendoci dopo i nostri "crastuni" e dopo avere salato e pepato a piacere appena pronti servire e mangiare bevendoci sopra a volonta', miiiiizz adesso si che mi e' venuta l'acquolina in bocca...ciao

Anonimo ha detto...

Per "Anonimo"
Anonimo carissimo, non sei il solo che ti trovi a parecchi chilometri da Sortino, anche se io vivo in Europa, Sortino dista a circa 2400 chilometri da me, e quindi pure io bevendo un bicchiere di vino rivivo col pensiero spesso le belle "schiticchiate" fatte con gli amici di gioventu' o sulle rive dell'Anapo, o ai Cugni, o a Saraminzana, mi ricordo ancora dei spensierati lunedi' di Pasqua passati sulle rive della "uttigghiaria" dove poi (pazzi) abbiamo qui cominciato la stagione balneare bagnandoci in queste acque ghiacciate..... che tempi ...

Gianni Di Pasquale ha detto...

Con due ricette (anzi tre), adesso ho l’imbarazzo della scelta. Quella di luisor che non prevede la bollitura mi sembrano più ....’mpetira , come direbbero a Sortino.
Fulvio ha quasi centrato il luogo di raccolta. Li ho raccolti nel mio piccolo giardino (circa 20 anni fa li ho ...seminati, e, ancora oggi, dopo qualche giorno di pioggia, mi entrano quasi in casa), e siccome abito vicino l’Adda....
Non avevo mai sentito parlare dei crastuni che pipi sicchi, e siccome, ...casualmente, ne ho ancora un pò di quelli comprati l’anno scorso (al mercato di Siracusa c’è un negozietto dove ancora si possono comperare), penso che li farò così.
Certo che anche alla paesana.... ...(vedo Enzo Boscarino che si sta rotolando per terra, preso da una crisi ...d’astinenza...). Resisti Enzo! In un prossimo futuro organizzeremo un ...”CRASTUNI DAY” . E poi penso che anche dalle tue parti ci sanno crastuni e pipi sicchi; o no?
Ciao a tutti

Gianni Di Pasquale ha detto...

Mi è successo uno strano ...fenomeno:
Quando i miei "pipi sicchi" hanno sentito che li dovevo cucinare con i "crastuni", hanno subito una strana metamorfosi....
Guardate sulla ...porta della cucina

Anonimo ha detto...

Gianni;
A ssi pipi sicchi 'na porta da cucina parunu dirrubati. Si viri ca pipi sicchi e crastuni 'mmanu d'accordu. La prossima volta non dire niente. Procedi a cucinare e quando meno se lo aspettano li butti nella padella. Devi sorprenderli.

Anonimo ha detto...

ciao a tutti ,voglio sapere come si fa ""a pasta co ni-uru""thank you

Anonimo ha detto...

Per Franco giaccotto che voleva sapere come si fanno i spaghetti col nero di seppia.
Innanzitutto ciao, saluti from Hamburg,Germany.
Allora per gli spaghetti col nero, compra delle seppie fresche (2-3)per 2 persone, nel pulirle fai attenzione ai sacchettini col nero a non romperli che asporti e metti di lato.
dopo aver pulito le seppie, le tagli a striscioline, poi tagli a fette 2-3 spicchi d'aglio e le metti a friggere in una padella in abbondante olio, dopo aggiungi le striscioline di seppia che farai rosolare per bene con l'aglio, aggiungi quindi mezzo bicchiere di vino bianco e lasci cucinare a fuoco lento una 10ina di minuti rimestolando spesse volte, adesso aggiugi il nero di seppia rompendo i sacchetti sopra la padella, aggiungi dell'acqua (bollente) e lasci cucinare sempre a fuoco lento
ancora circa 10 minuti, metti peperoncino o pepe e sale a tuo piacere, nel frattempo hai i spaghetti pronti, li scoli e li aggiungi in padella al resto, mescoli per bene il tutto, ancora mer mezzo minuto, ci butti sopra una spolverata di prezzemolo e servi e poi...panza mia fatti capanna.
Nota che questa e'una preparazione che di solito improvviso io quando mi faccio una spaghettata, di sicuro ci saranno tante altre ricette in giro, se non trovi seppie fresche, puoi comprarle congelate come puoi comprare in appositi negozi il nero , dovresti domandare a un cuoco di ristorante italiano dalle tue parti, per darti un'idea cerco di postare una foto di come mangio io spesso gli spaghetti, la foto non mostra spaghetti col nero, bensi una spaghettata fatta veloce con branchette di calamari e scampi....
la foto se riesco a caricarla la trovi sul blog di sciurtinisinomunnu 1.
Salutamu bye bye

Anonimo ha detto...

QUESTA E' UNA COPIA DELLA RICETTA DEGLI SPAGHETTI ALLA MARINARA, DI FULVIO SORINESE DOC.
NEL BLOG GEMELLO SCIURTINISI NO MUNNU 1 (POST DEL 21 MAGGIO 2008) TROVERETE LA FOTO DEGLI STESSI .
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Ciao,un proverbio tedesco dice pressappoco cosi':" a causa dei molti alberi non si vede il bosco" non so se arrivate a capire, in poche parole oggi la gente cerca le cose piu' esotiche e svariate da fare da mangiare, tipo latte di noce di cocco per fare ad esempio una zuppa esotica, va be la mia non vuole essere una critica perche' come si dice: "mangiare e bere ognuno a suo piacere" pero' secondo me per farsi un bel piatto della qualsiasi non c'e' bisogno di andare lontano a cercare,e per questo vi voglio presentere questo piatto semplice e lo dedico a tutti gli amanti della spaghettata veloce e ai sortinesi che siamo "panza ranni", basta prendere un paio di teste di calamari tagliuzzare i tentacoletti, ancora 4 -5 scampi che verranno pure tagliati a pezzetti poi tagliare a fette 2-3 spicchi d'aglio, se si ha un pomodoro tagliarlo pure a pezzettini e si comincia col rosolare l'aglio, a cui si aggiungono poi i pesci, fare friggere per bene mestolando spesso e aggiungere poi una bella porzione di vino bianco, fare cucinare a fuoco lento aggiungendo poi il pomodoro e magari un po' d'acqua di cottura dei spaghetti che state cucinando parallelamente,dopo una 10ina di minuti provate che il tutto sia salato papato e cotto a piacere e quindi aggiungere in padella gli spaghetti scolati in precedenza, fate assaporare rimestolando il tutto per bene e buon appetito,non dimenticate di aggiungere del "putrisino" bello tagliato fresco, chiaro che questo piatto si puo' variare a piacere aggiungendo ad esempio un paio di vongole, o cozze o la qualsiasi che appartiene ai frutti di mare, la fantasia in cucina e' infinita. salutamu
ciao, Fulvio sortinese doc

Anonimo ha detto...

Parlando della classica spaghettata "nacked" cioe' nuda da sughi vari, ma allo stesso tempo gustosa semplice economica ecc.vi voglio presentare almeno a chi ancora non la conoscesse
la spaghettata con le zucchine fritte, un piatto leggero e semplice da preparare, infatti non serve altro che friggere delle fette di zucchine magari di quelle piu' grossolane
(quantita' a piacere), una volta pronte le zucchine condire con abbondante olio d'oliva,con aglio tritato e del prezzemolo, chiaro anche con sale e pepe, appena gli spaghetti sono cotti, scolarli e metterli in un tegame, aggiungere al tegame le zucchine fritte, rimestolare il tutto per bene aggiungendo a piacere del formaggio grattugiato e servire.
se riesco carico la foto di questo piatto su sciurtinisinomunnu1, ciao

Gianni Di Pasquale ha detto...

MESSAGGIO PER FRANCO GIACCOTTO.
Caro Franco, nella ...porta della cucina trovi due foto di “prova ricotta”.
Come ti sembra? Ho seguito le tue indicazioni, l’unica cosa della quale non sono sicuro, è sulla temperatura. Quando il mio termometro segnava 65°C.(doveva arrivare a 87), poiché il latte sembrava sul punto di bollire, ho aggiunto l’aceto e spento il fuoco. Il sapore era buono, ma alla vista mi sembra un poco spumeggiante. E poi non si è formato “u seri” di colore giallo pallido (se ricordo bene). Perché?
Una cosa, però ho appurato: Il proverbio “supr’a ricotta vivici (vino) di botta”. Prima di provarlo mi sembrava un proverbio strano, invece e perfetto! Il vino ci sta che è una meraviglia. Se non mi toglievano la bottiglia di mano, l’avrei bevuta tutta.
Salute!

Anonimo ha detto...

Secondo me la ricotta a prima vista mi sembra dura e ancora come se non fosse salita del tutto, per il "seri" che e' ancora carico (bianchiccio), ma puo' essere che mi sbaglio, pero' Gianni queste preparazioni piu' volte le fai e piu' ci prendo la mano, io qui ho fatto pure il formaggio e alle prime volte il risultato era una catastrofe. comunque complimenti per la ricotta li ci aggiungi zucchero e cannella e poi ti fai "a vucca bella"....ciao

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti,
una specialita' proprio tipica del sud e' "a liatina", un tempo questa specialita' tipica la si vedeva all'entrata di ogni macelleria di Sortino, e forse la si vede li ancora tutt'oggi.
Per la preparazione originale si mettono a bollire in abbondante acqua salata per circa 3 ore delle parti di scarto del maiale tipo:orecchie, muso zampe, ecc.io personalmente visto che non mi va di masticare orecchie, ho usato un pezzo della spalla compreso di osso che ho appunto messo a bollire aggiungendoci ancora un paio di cipolle, una carota un paio di foglie di "allaunu" e del peperoncino rosso macinato,
dopo circa 3 ore di cottura ho tolto la carne dal brodo e l'ho per prima messa a raffreddare, al brodo si aggiunge (seguendo la preparazione originale)un bicchiere di aceto e si lascia ancora a bollire finche il brodo si riduce a un terzo, dopodiche' si spegne il fornello e si lascia riposare per una notte o un giorno, nel frattempo avremo disossato la carne e fatta a pezzetti adagiandola in una "spillunca" o in un piatto capace coprendola per bene e mettendola di lato magari in frigo o in un luogo fresco, trascorso il giorno o la notte, si aggiunge al brodo il succo di almeno 2 limoni, si fa intiepidire e si versa poi sulla carne che va messa poi in frigo e dopo alcune ore (al massimo un giorno)dovrebbe coagulare.
A me pultroppo forse perche' non ho usato la carne "adatta" o per altri motivi di cui ancora cerchero' di scoprire, il brodo non ha coagulato,pero' a questo c'e'il rimedio, cioe' basta premunirsi andando al market e cercare nel reparto ingredienti per la preparazione di torte ed affini e procurarsi una busta di gelatina che si usa spesso in pasticceria, io vedendo che dopo diverse ore ancora il brodo non aveva coagulato
ho usato un tipo di gelatina solubile all'istante, che ho mischiato al brodo con un frustino e dopo un paio d'ore il miracolo era compiuto e vi posso garantire che mi e' saputa di "cuppella" per spezzare il sapore ci ho aggiunto sopra della cipolla cruda tagliata fina.....
Ciao a tutti
PS: la foto della mia liatina la potete ammirare sulla pagina parallela sciurtinisinomunnu1

Anonimo ha detto...

PS: quasi dimenticavo: per la preparazione della liatina devo aggiungere che: dopo avere fatto riposare il brodo, prima che si continua con la preparazione, si deve togliere il grasso formatosi in superfice, cosi'otterremo una liatina leggera e non c'e' bisogno dopo di prendere le statine ciao

Anonimo ha detto...

Ciao Gianni, ciao fulvio e ovviamente ciao a tutti, io sono piu piccolo di voi ma per quanto riguarda i frasquatili credo vi siano più di una variante, la prima è quelle che ha detto fulvio, per la seconda invece sarebbe bene sostituire la farina di grano duro con farina di ceci invece io personalmente faccio nel seguente modo:

INGREDIENTI
farina di ceci, broccoletti, riso,aggiughe, aglio,prezzemolo, olio extra vergine.

PROCEDIMENTO
metto a bollire i broccoli in abbondante acqua, dopo circa 20 minuti ne tiro via una piccola parte che andrò a far saltare in padella con dell'aglio e delle aggiughe precedentemente sorfritte e sciolte, intanto nell'acqua che bolle butto dentro un pugnetto di riso lo faccio cuocere e quando è pronto rimetto dentro i broccoletti saltati in padella e man mano con un frustino o un cucchiaio di legno verso la farina di ceci a pioggia, stando attento di non far fare grumi, aggiungo una manciata di prezzemolo tritato fine, seguito da olio extra vergine di oliva,e dopo circa 10 minuti quando questa avrà l'aspetto di una crema vellutata spengo e buon appetito!
dimenticavo se ne avanzano, basta conservarli in un piatto fondo l'indomani sono ancora buoni tagliati a fette impanate e fritte.
buon appetito!

Gianni Di Pasquale ha detto...

Caro Michele, la tua ricetta dei frasquatili, senza nulla togliere a quella di Fulvio, mi sembra molto "sfiziusa" e meritevole di essere assaggiata, cosa che potremo fare al prossimo incontro che terremo in .....padania.
Quindi sei ...avvisato "nun ti presintari che manu vacanti".....

Anonimo ha detto...

Si infatti quella dei frasquatili commentata da me e' la ricetta "povera" e originale dei medesimi,mentre quella commentata da Michele e' una pietanza piu' moderna e elaborata, poi a Palermo ad esempio dai ceci fanno una specialita' (una specie di focaccia) chiamata "pane e panelli" e aggiungono ancora quando li"vanniunu" "ca fanu i figghi belli"
poi a Sortino poco si conosceva fare il "maccu" di fave, infatti ad esempio se si procurano delle fave gia' sbucciate, si mettono a bollire in poco brodo di carne e aggiundeno sempre un po' se e' necessario,io ci aggiungo poi dei spinaci (meglio i giri selvatici)e si lascia cuocere a fuoco lento finche' le fave si fanno a poltiglia o pure' e si consuma poi la pietanza cosi' o come contorno ad esempio a della salsiccia fritta o arrostita, porcaccia miseria adesso mi viene gia'l'acquolina in bocca...
io pultroppo non saro' a Sortino in estate, se tutto va bene faro' forse una capatina con la famiglia per la prima metta' di ottobre, a visitare la mia vecchietta, quindi buone vacanze e buone scorpacciate a tutti, ciao Fulvio

Gianni Di Pasquale ha detto...

Al ritorno dalle vacanze, ho trovato la pianta di "cucuzza ri sett'anni" carica di frutti (ved. un esemplare nella "porta" della cucina).
Alcune (Rita) le ha cucinate fritte e al forno.
chi mi sa dare qualche altra ricetta?
(e non mi dite "falla commu voi, e sempri cucuzza!!!")
ciao

Anonimo ha detto...

Ciao Gianni, complimenti hai portato la cocuzza di sett'anni anche in Padania.
Questo genere di "cucuzza" come la sorella "a cucuzza i mmernu" la zucca gialla hanno un sapore dolciastro che si deve "spezzare" cucinandola con sapori forti tipo "finucchetru rizzo" olive nere o verdi,o tutte e due, aglio e peperoncino; allora io la preparo cosi'e questo vale anche per la zucca gialla:
tagliare la zucca a dadi non tanto grossi, mettere una padella con abbondante olio sopra e appena l'olio e' bollente aggiungere e fare rosolare un paio di spicchi d'aglio e una manciata di olive, aggiungere poi la zucca,e ancora il "finucchetru", il peperoncino e il sale,rimestolare il tutto spesso e provare di tanto in tanto, dopo circa 10-15 minuti di cottura la cocuzza dovrebbere essere pronta, servire e mangiare calda accompagnata da pane fresco e vino bianco o rosso che sia, e buon appetito.
PS: Potete ammirare la foto sulla zucca gialla,fatta da pochi giorni a Sortino su "sciurtinisinomunnu1"
Ciao, Fulvio sortinese doc

Gianni Di Pasquale ha detto...

Caro Fulvio, grazie per la ricetta.
Anch'io, la zucca tradizionale, l'ho sempre cucinata (mi correggo, l'ha sempre cucinata Rita)con la stessa ricetta che hai dato tu, ma non avevo pensato che, con la stessa, si potesse cucinare anche quella “ri sett'anni”.
Detto fatto, l'ho cucinata (cioè Rita) come dici tu, e il risultato lo trovi inserito nel tuo post "FALLA COMMU VOI...."
Su sciurtinisi no munnu 1.
In più, visto che hai apprezzato il fatto che ho portato questa nostra zucca in "padania", devo dirti che, in questo territorio (la Brianza) dove il lavoro nobilita l'uomo (e lo rende simile a una ...bestia), anche le zucche si fanno in ...tre.
lo potrai vedere sempre sullo stesso post (ne sto approfittando), dove ho messo due foto di questa meraviglia: UNA E ...TRINA.
ciao

Anonimo ha detto...

Caro Gianni e amici sortinesi. Come vedete ogni tanto visito il blog per tenermi a corrente con le notizie scritte o in video riguardante Sortino. Una signora sposata con un sortinese mi ha chiesto come si preparano " i 'nfigghiulati?". Io ho detto che le so.....mangiare pero' non le so preparare. E mi ha chiesto di investigare. E allora mi rivolgo a te e agli amici, se avete la pazienza, di scrivermi una dettagliata ricetta de " 'nfigghiulati." Vi ringrazio di cuore. enzob.

Anonimo ha detto...

Per aderire ad una richiesta di Enzo Boscarino,che poi non è propria sua,ma da una signora,mi sono informato e qui di segiuto cercherò di essere,il più chiaro possibile e nello stesso tempo,spero esaustivo.
Tema della richiesta è "a frigghiulata"Allora,elementi principali sono:farina,lievito,strutto,nepeta e olio.E' ovvio che tutto si basa sulla quantità che si vuole produrre,quindi molto soggettivo e debbo aggiungere ,anche approssimativo.Prima operazione.impastare la farina con il lievito e aggiungere anche un pò di olio per rendere la pasta più tenera;quanto la pasta è lievita si comincia con un mattarello a stirala in modo di ottenere una sfoglia sottilissima.Da premettere che la nebeta deve essere tritata e amalgamata con olio.Sulla sfoglia che già si trova pronta,spalmare in modo omogeneo la nebeta assieme allo strutto;siamo in semifinale;tagliare a strisce di circa tre centimetri la sfoglia e arrotorarla su se stessa ottenendo una specie di rotella,indi tagliare ancora la rotelle in senso contrario e quindi schiacciarla,ottenendo una ciambella ,che può essere,a piacere della dimenzione di circa 15 cm.di diametro.Ultima operazione infornare ad una temperatura di 220 gradi.Io mi auguro di essere stato chiaro,nel caso contrario,riprovare a proprie spese facendo esperienza.Ultimissimo consiglio è quello di augurare buon appetito,ma non esagerare,poichè (A FRIGGHIULATA)risulterebbe un pò pesantuccia.
p.s.Io non vorrei che dopo questa descrizione mi si direbbe che ho scoperto l'acqua calda,anche perchè io penso che la sig.ra Formica,che saluto assieme al marito.ai miei cugini Franco Giaccotto e signora,Aurelio Piraneo,sia in grado di preparare questa specialità sortinese.Salutissimi a tutti Nunzio Cartelli

Anonimo ha detto...

RICETTA DE ‘NFIGGHIULATI 2
Caro Nunzio, da qualche giorno avevo preparato questa ricetta e mi hai anticipato di pochi minuti.
E'proprio vero che a Sortino ci sono tante ricette quante sono le famiglie. Quella che segue è la ricetta (un po’ diversa dalla tua) che m’insegnò mia madre Donna “Cuncetta a innetra” (che tu, sicuramente avrai conosciuto):
INGREDIENTI:
- Fichi secchi, tagliati a pezzettini.
- Nepitella (nebbita) fresca o secca.
- ½ Kg di farina di grano duro.
- 20 grammi di lievito
- olio extra vergine d’oliva
- un po’ di sale
PROCEDIMENTO:
1)Mettere a bagno nell’olio i fichi e la nepitella precedentemente pestata (se è fresca), sbriciolata (se è secca).
2)Impastare la farina con il lievito, un pizzico di sale e lavorarla in modo ad ottenere un impasto tale che, successivamente, si possa stendere con il matterello. Verso la fine della lavorazione aggiungere un filo d’olio e farlo incorporare nell’impasto.
3)Mettere a lievitare l’impasto (per circa ½ ora) e accendere il forno, a 200-250 gradi C.
4)Dopo la lievitazione, stendere la pasta in modo da ottenere una o più sfoglie molto sottili.
5)Distribuire su tutta la superficie della sfoglia, la nepitella i fichi secchi e un filo d’olio.
6)Arrotolare, con delicatezza, la sfoglia su se stessa fino a formare un rotolo.
7)Attorcigliare, con delicatezza, il rotolo fino ad ottenere un torciglione
8)Tagliare il torciglione in tronchetti lunghi da 5 a 10 Cm.
9)Appoggiare, ad una mano, il tronchetto in piedi, e con l’altra mano schiacciarlo fino ad ottenere una specie di focaccina circolare di spessore da 2 a 3 Cm.
10)Ungere con olio una teglia, appoggiare le “focaccine” e infornare per circa ½ ora. Controllare la doratura esterna e, se occorre, girarle per dorare la parte inferiore.
Un saluto a tutti i sciurtinisi no munnu
Rita

luisor ha detto...

Quest'ultima ricetta mi ispira di più,la eseguirò ma con una piccola-grande variante: quando impasterò la farina non aggiungerò l'olio ma gr.50 di strutto. De gustibus!! Luigi

Anonimo ha detto...

Grazie per le abbondanti ricette per fare le "nfigghilate" che non mangio chissa'da quanti anni.
"ora si ca ni putemu addubbari a nfigghiulati" ciao

Gianni Di Pasquale ha detto...

caro fulvio,
i fichi secchi li puoi trovare anche in Germania. Ma ....a nebbita cill'ai?
Si nebbita nunn'ai, 'nfigghiulati nunni-fai ^!^

Anonimo ha detto...

E si caro Gianni, hai azzeccato in pieno, niente nebbita,niente nfigghiulata, io infatti nello scrivere "ora n'addubbamu a nfigghiulati" era per me una specie di sogno, anche se l'acquolina in bocca e' reale.Ma la nebbita per caso in italiano viene denominata "nepitella", perche' se cosi fosse mi sembra di averla vista in vendita nei vasi in qualche supermercato. Ciao

Gianni Di Pasquale ha detto...

Caro Fulvio, se mi mandi l'indirizzo, il tuo sogno potrebbe tradursi in realtà.
Per caso..., ho un po’ di nebbita sortinese secca. Potrei mandartela, magari assieme a un dvd (per ...confondere i cani antinebbita tedeschi).
Il blog serve anche a questo, infatti il punto C delle “finalità” recita:
"Divulgare la cultura gastronomica sortinese e facilitare scambi dei suoi prodotti tipici".
Adesso però non prenderlo troppo alla lettera, e mi chiedi di spedirti "na 'nfigghiulata" già fatta. Non conviene perché, non potrebbe essere mimetizzata con un dvd, e i cani di cui sopra, la scoprirebbero subito e "s'alliccassinu l’ugni”
Quella nei vasi, potrebbe essere anche nebbita (in italiano credo che si chiami proprio nepitella, digita il nome su internet e trovi anche quello latino) cresce anche qui al nord, ma il profumo e l’aroma sono molto deboli e.
Ciao

luisor ha detto...

Nebbita= Nepitella, ottimo sapore anche con i funghi porcini.

Anonimo ha detto...

Allora metto su google il nome nepitella, e mi esce fuori una pagina con molte chiamate che si riferiscono sempre a Sortino,feste spirituali, nfigghiulate ecc, addirittura si parla pure di una specialita' di pasta con la nepitella, che debbo aggiungere che molte volte ho mangiato dei tortellini preparati al burro e salvia fresca, e non erano davvero male, e quindi mi posso immaginare che un piatto di pasta al burro e nepitella fresca pero' dovrebbe sapere non male e quindi alla prossima occasione provero'e vediamo, come provero' pure il piatto suggerito da luisor di usare la nebbita sui funghi porcini, io gli ultimi porcini li ho mangiati un paio di settimane fa' a Sortino, rosolati sulla padella con olio di oliva e aglio, neppure a raccontarne qui la bonta', e aggiungo ancora che c'e' anche chi aggiunge la nepitella sui fagioli, quindi parliamo qui di "un'erba tuttofare" e chissa che qualcuno magari la fa seccare e se la fuma?
pero' mi ricordo che (non so pero' di sicuro se qui si sia trattato di nebbita)mi ricordo di aver visto da bambino, una persona che aveva mal di mola, e allora una massaia ha tirato fuori da una bottiglietta un paio foglie di un'erba messa sotto sale(mi sembra) a l'ha introdotta nel buco che la suddetta persona aveva nella sua mola e il male e' passato. Anzi se qualcuno dei piu' "grandetti" che legge e ne sa qualcosa in proposito puo'benissimo farsi avanti e raccontare.
Gianni, ti ringrazio in anticipo che ti presti a mandarmi della nebbita, ti mandero' via email il mio indirizzo, ciao a tutti, fulvio

Gianni Di Pasquale ha detto...

Qualcuno la mette anche nella frittata di ricotta.
Prova ora a inserire la parola "zucchina spinosa" e saprai vita, morte, miracoli e ricette della nostra "cuccuzza ri sett'anni"
Caro fulvio e tutti amici del blog qualche minuto fa il contatore dei visitatori, segnava la cifra di 999 (dal primo ottobre 2008)
Quindi possiamo dire che oggi, San Martino, arriveremo a quota 1000 visite (non visitatori, perché lo stesso computer che si collega al blog a distanza di oltre le 24 ore è conteggiato come una seconda visita).
Quale miglior occasione, per brindare con un buon bicchiere di vino nuovo e con la nostra vecchia 'niminagghia:
Jiau na cosa di setti billizzi,
e la tegnu nà li carrabbazzi,
veni lu tempu ca ci si sciogghiunu i trizzi
e a l’ommini boni li fa divintari pazzi.

Alla salute della millesima visita , e alla 6480ma, dal 7 dicembre 2007!!!!!

Anonimo ha detto...

Ben detto!Quale occasione migliore per festeggiare il millesimo visitatore!Agli irti colli la nebbia piovigginando sale!Non a koweerup perche' qua e' primavera!Non ostante ho aperto la botte dello shiraz preparata lo scorso Aprile!Il gusto e' giovane,chissa' se durera' abbastanza per farlo invecchiare!Ma io non ho "carrabbazzi",a proposito cosa sono i carrabbazzi?Di nuovo,salute!

Anonimo ha detto...

Questa erba che abbiamo sponsorizzata,cioè la nepitella,a nebbita, in dialetto sortinese,aggiungerei ,che vero è che possiede un 'aroma particolare,ma guardate che di erbe ne abbiamo tantissime,ed una in particolare sarebbe il famoso (timo)che cresce particolarmente nel territorio di Sortino.Purtroppo,e credetemi non esagero,c'è il paventato pericolo che abbia i giorni contati.Il famoso timo,come vi dicevo,rappresenta per le api un nettare appetitoso tantè,che gli apicoltori lo inseriscono nella gaduatoria più alta.La produzione del miele di timo è ridottissima,in quanto essendo in via di estinzione,speriamo di no,ha un valore particolare.Tante qualità di miele vengono prodotte nel cuore dei Monti Iblei,ma nella selezione rigorosa di tante qualità di miele, quello di TIMO rappresenta un fiore all'occhiello della produzione sortinese.Evviva la nepitella,ma tanti evviva alla pianta di timo che oltre al miele può sostituire benissimo anche l'origano.Che ne dite? Viva le erbe. Nunzio

fulvio sortinese doc ha detto...

Allora tanti auguri per il blog per la millesima persona che lo visita,
auguri anche a tutti i Martino, e a tutti quelli che sta sera stuppunu a utti co vinu novu, chissa' se a Sortino adesso saranno tutti mbriachi
Ciao Fulvio

Unknown ha detto...

Chi conosce il qualeddro? Lo mangio spesso si raccoglie nei campi in autunno,cresce spontaneamnete dopo le prime pioggie. Qualche ricettina antica?

Anonimo ha detto...

E' STATO CHIESTO COSA SONO I "CARRABBAZZI".
IN UN DIZIONARIO SICILIANO-ITALIANO, HO TROVATO QUESTA DEFINIZIONE:
Carrabbazza = dispregiativo di Carrabba;
Carrabba = caraffa;
Carrabbedda = Piccolo recipiente di terracotta, che si portava in chiesa, pieno di acqua tiepida, per la celebrazione del battesimo.
CIAO A TUTTI!

Gianni Di Pasquale ha detto...

carissimi amici del blog,
Scusate il ritardo, ma ....ho lavorato per voi (ho riordinato le varie stanze di questo blog, aggiunto quella degli "INCONTRI DEI SORTINESI NEL MONDO" in modo da averli tutti -passati e futuri- in un unico post, e altre piccole novità).
A Enzo Buccheri che chiedeva cosa sono i "carrabbazzi", ha già risposto mio nipote Mario Pane, (ciao Mario!) che poi è il costruttore dei “giochi di mario”.
.
Enzo Buccheri, ha brindato con il vino shiraz. non avevo mai sentito parlare di questo vino (ho pensato: sarà vino di scirasi...) e dopo una breve ricerca (sulla porta della cucina trovate il link dove si parla di questo vino) ho dovuto prendere atto della mia grossa ignoranza enologica.
Complimenti, per il barile!
.
UNA RISPOSTA ANCHE A NUNZIO CARTELLI:
Caro Nunzio, hai proprio ragione! Il NOSTRO timo, (che io chiamo mediterraneo o selvaggio) è una pianta che, quando sono a Sortino, non mi stanco mai di ...corteggiare e fotografare (sulla porta della cucina oltre a una foto, c'è anche il link sui vari tipi di timo).
Ho saputo anch'io che si può usare al posto dell'origano ed è (dicono) più digeribile. Viva il timo!
E, a proposito di nostre erbe, cosa mi dici "do finucchetru rizzu" e dei suoi semi?
ciao a tutti

Anonimo ha detto...

Qualcuno potrebbe darmi la ricetta dei mitici pizzoli?
Per favore, è importantissimo!!
Grazie mille!!

Gianni Di Pasquale ha detto...

Caro Anonimo,
In attesa che qualcuno ti comunichi la ricetta "dei mitici pizzoli", puoi fare una ricerca sulla rete scrivendo: SORTINO PIZZOLI.
Troverai una quantità esagerata di pagine che trattano l'argomento, tra le quali, c’è anche qualche accenno al modo di farlo.
In alcune pagine, tra gli ingredienti si citano fichi secchi e nepitella, scambiandolo, forse, con la ‘figghiulata.
Se vuoi vedere anche la "faccia" del pizzolo, la trovi nella foto-galleria della “porta” di questa cucina virtuale.
.
C'è da dire però, che il pizzolo di oggi, pur essendo buonissimo e molto sfizioso, è diverso dal pizzolo della nostra infanzia, che consisteva in una bella focaccia morbida che, ancora calda, si farciva con olio e origano, o "pipi arrustuti".
Qualcuno sa come s'impastava quel pizzolo?
.
A questo punto, l'occasione è troppo ghiotta per lasciarmi scappare la possibilità di strapparti una risatina con questa battuta:
Se il mafioso, bernardo provenzano, fosse stato Sortinese, anziché i "pizzini" cosa avrebbe mandato?
i ..."pizzoli"!.
E se fosse stato valtellinese?
i ..."pizzoccheri"!.

Anonimo ha detto...

Cara Rita.La ricetta che con dovizia di particolari e suggerimenti di particolare interesse gastronomico,pa famosa frigghiulata,non ho niente da ridire,anzi pare che la tua ricetta è stata più condivisa.Però.......c'è una particolare situazione che fotografa una realtà che,in un periodo di eccessivo consumismo e di abbondanza ci fa dimendicare i tempi che furono.Qualcuno dirà,ma a quali tempi fai riferimento?Ma diamine! Ai tempi quando la fame era all'ordine del giorno.La gente povera,ma quella veramente povera,sicuramente non aveva a disposizione i fichi secchi e altri condimenti,che sicuramente miglorano il gusto,ma di fatto perdeva il gusto originale e la fragranza della ricetta originale:farina,olio,saimmi e erbetta (A NEBBITA)ingrediente indispensabile. Questa era la ricetta dei poveri.Tutte le aggiunte,le elaborazioni che ben vengano,ma falsano la ricetta originale.Un'altro esempio:a banata che giri originale:sfoglia sottile,tanto quanto si può maneggiare,olio,aglio a pezzettini e naturalmente i famosi giri tagliuzzati.Inforniamo e buon appetito.Oggi la ricetta è cambiata,diciamo in meglio,come vuoi Tu,perchè si mette del formaggio,salsiccia,scamozza e anche qualche altro condimendo che adesso mi sfugge.Anche in questo caso non possiamo augurare:Buon appetito.Ciao Nunzio

Gianni Di Pasquale ha detto...

PER FULVIO SORTINESE DOC
Caro fulvio, ho ricevuto l’indirizzo che mi hai mandato e, due giorni fa una busta, con un po' di nebbita secca, è partita destinazione Amburgo.
L'ho messa in una bustina di plastica chiudendola ermeticamente, ma il profumo, non so come, si sentiva lo stesso. Così questo pacchetto sta stracciando un percorso aromatico che congiunge le nostre rispettive residenze, spandendo nell’aria aromi e profumi della nostra terra.
Se i cani antidroga tedeschi, non la scambieranno per qualche nuovo tipo di stupefacente, dovresti ricevere la “roba” tra qualche giorno. Tu comincia ad annusare l’aria, e quando sentirai un profumo che ti ricorda la campagna sortinese, guarda se c’è il postino nei paraggi.
Apri il pacchetto molto lentamente, in modo da non essere investito completamente dal profumo compresso, che potrebbe causarti “gravi ustioni” di nostalgia.
Se, nonostante le precauzioni, ti ammalassi di Sortinite, la puoi sempre curare con due ‘nfigghiulati ai pasti principali, per almeno quattro giorni.
Ricordati, caro Fulvio, prima di iniziare la cura, di scattare qualche foto delle “pillole” e appiccicale sulla porta della cucina, oppure dedicargli un post.
ciao

Anonimo ha detto...

Ciao Gianni,speriamo allora che con l'arrivo della lettera con "l'erba" dentro, non scattino pure le manette..ciao Fulvio

Anonimo ha detto...

okkio fulvio ......se c'e l'ispettore Derrik con il fido REX nei paraggi....di casa tua......io mi preoccuperei.... saluti da zu sarino u piscaturi......ps se ti fa piacere ti invio a tunnina sutt'ogghiu mpajata da noi piscaturi do sbarcaturi molo santa lucia sr.....

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti, caro Gianni "l'erba" che mi hai mandato e' arrivata,inutile dire che la mia prima premura e'stata quella di aprire la lettera e mettere il mio naso dentro la busta e inebriarmi di odore nostrano, e caso strano al profumo annusato la prima sensazione da me provata e' stata quella come odoravamo noi allora dopo aver risalito il "vatruni do mprimmu", questo "vatruni" che in pochi sanno anche se frequentato la sera da tutti i giovani di Sortino, comincia proprio dalla "california" e scende diventanto sempre piu' ripido costeggiando Sortino dal lato della cava, poi passa a sinistra dei "maurini" sfiorando poi ancora il lato sinistro del "cimiteru vecchiu" e scende giu' a picco passando " do mprimmu" per congiungersi poi col fiume "e mulini". Questa tappa che e'piu' difficoltosa di quella che risale "a costa i Sciurtinu" la scegliavamo noi ragazzini allora a volte risalendo da "ciummi ranni" se volevamo appunto rifornirci di "arriunu" o "chiappiri", pero' siccome questo "vatruni" in estate era pieno anche di altre varieta'di spezie tipo appunto "nebbita, ruta" ecc. e quindi alla fine della salita, arrivati a casa,
le nostre madri ci spedivano per subito a "sgrasciarci" e toglierci di dosso tutti quei profumi "di vatrunata".
Grazie Gianni comunque di questa tuo regalo, e quindi appena faro' uso della tua "nebbita" per fare qualche esperimento culinario ne riferiro' del risultato qui su sciurtinisinimunnu.
ciao ciao, Fulvio

Anonimo ha detto...

Anonimo zu sarino u piscaturi ha detto...
U zu sarinu u piscaturi ha scritto:
"okkio fulvio ......se c'e l'ispettore Derrik con il fido REX nei paraggi....di casa tua......io mi preoccuperei.... saluti da zu sarino u piscaturi......ps se ti fa piacere ti invio a tunnina sutt'ogghiu mpajata da noi piscaturi do sbarcaturi molo santa lucia sr....."
Attento a quello che prometti "zu Sarinu" che se poi non mantieni
"u Signuri ti castia".....
ciao Fulvio

Nunzio Cartelli ha detto...

Si è parlato molto della bontà della frigliulata,credo a buona ragione,molto gustosa con o senza fichi e pinoli,ma abbiamo trascurato un'altra specialità sortinese,la famosa (banata)molto gustosa e senza falsa modestia,solo le donne sortinesi riescono a fare.La banata può essere condita,o meglio dire ripiena a seconda dei vari gusti che si desiderano gustare;può essere ripiena di ricotta,di broccoletti,di patate e cipolla di prezzemolo e acciughe,e sopratutto di coste che per capirci meglio li chiamiamo (giri)La preparazione non è molto difficile,ma è naturale che prima è necessario un periodo di apprendistato.Desidero soffermarmi sulla specialità banata che giri:le coste devono essere tagliate a piccoli pezzettini in modo di tagliare le nervature e quindi avere una discreta digeribilità.
Oggetti strettamente necessari sono:una piccola madia)maitra)di un mattarello(saguaturi)e di un asse abbastanza largo(scanaturi)Prendere una quantità di farina,a seconda della quantità che si desidera lavorare,indispensabile la farina di grano duro.E' necessario un pò di lievito di birra,o di livatina preparata la sera prima,come facevano le nostre nonne in quanto richiede la fermentazione ,un quantità di olio di oliva per quanto basta e passare all'impasto.Durante il periodo di lievitazione si preparano gli ingredienti per farcire questa specialità.L'impasto viene modellato a forma di panelli e si lascia il tutto alla levitazione.Trascorso il periodo necessario per la lievitazione si passa alla stiratura.Il segreto di una ottima riuscita,stà proprio in questa particolarità:se la sfoglia è molta spessa,secondo la nostra tradizione,il risultato è molto limitato,quindi è necessario che la sfoglia deve essere sottile al punto giusto,in modo di poterla modellare ed avere un risultato eccellente.La sfoglia prende forma man mano che si stira in forma circolare,perchè metà serve per deporre il condimento,l'altra metà serve a coprire il condimento.Fatto questo, si passa alla fase successiva e cioè alla saldatura,che richiede una certa maestria,perchè non tutti riescono a fare il famoso (giru) il tutto deve essere infornato ad una temperatura di circa 200g. Di tanto in tanto si apre la bocca del forno e si controlla la cottura,verificando la parte a contatto con il forno.Non ci sono regole fisse per il tempo di cottura,diciamo che ci affidiamo all'esperienza acquisita nel tempo. Forse ho dimenticato qualche utile passaggio su l'argomento banata e quindi vi chiedo scusa,ma se troviamo esperienze che migliorano la preparazione della banata ve ne saremo altamente grati.Nunzio Cartelli

Sciatula & Matula ha detto...

Ciao,

potresti pubblicare la ricetta degli spaghetti con la sinapa.

ve ne sarei grado.

saluti
paolo

Il Trattore ha detto...

Pasta ca sinapa

Ingredienti x 4 persone.

Sinapa Kg. 1 (circa)
Pasta Kg. 0,400
1 spicchio d'aglio
4 acciughe salate (pulite)
4 cucchiai d'olio extravergine
d'oliva.
(A gusto un 1 pomodoro secco).

Procedimento:

lavare e lessare a sinapa,
scolarla, e tenerla da parte.
Nella stessa acqua fare
cuocere la pasta (possibilmente corta)
pennette?
Intanto che cuoce la pasta,
in una padella capiente
fare soffriggere
per qualche minuto
lo spicchio d'aglio,
le acciughe e il pomodoro
secco tagliato a pezzettini.
Aggiungere a sinapa, e
fare amalgamare il tutto per qualche minuto.
Aggiungere la pasta
che state scolando al dente
e lasciare cuocere per qualche
minuto ancora a fuoco sostenutu.
Servire con formaggio pecorino
(a me piace anche con la ricotta salata)
un buon bicchere di vino rosso,
e il giuoco é fatto.

A chi piace, una spolveratina
di peperoncino rosso non guasta.

Iu a mangiu accussì!!

Gianni Di Pasquale ha detto...

Caro trattore, grazie per la preziosa collaborazione.
Nello stesso giorno che "Sciatula & Matula" chiedeva la ricetta della "SINAPA", io, per una serie di circostanze favorevoli, ne avevo ricevuto due "mazzi" (nati e cresciuti a Palagonia), formati da robuste piante e grandi foglie.
Il primo (e unico) problema che mi sono posto, e stato quello della "spunticatura".
Trovandomi di fronte a questa massa di verdura, non sapevo cosa prendere e cosa scartare; alla fine, per non sbagliare, ho scartato (con la morte nel cuore) tutte le foglie e ho preso soltanto dei giovani germogli (figghioli?) nati all'attaccatura delle foglie stesse, con un ottimo risultato organolettico ma con l'80% di scarto.
Domanda: Potevo prenderne di più e scartarne di meno?

PS. Se avete la curiosità di sapere chi è "Sciatula & Matula", cliccate sullo stesso nome del commento e la curiosità sarà soddisfatta.

Il Trattore ha detto...

Caro Gianni Di Pasquale,,
mali fascisti a scartari
tutta sta razia ro Signuri.
Il procedimento per la
spunticatura é:
se sei dx, prendi una
piantina e la passi nella
mano sx, dopodiché, con la
mano dx impugni la foglia
e lasci scorrere la mano
sulla stessa foglia un pò
energicamente, quella che si stacca é
buona da cuocere e ottima da mangiare.
Così facendo, lo scarto si
riduce + o - al 30%.
Ciao e buon appetito!

Piesse: se te ne cresce un pò,
falla satari 'nna sartania
con uno spicchio d'aglio,
un pò d'olio, ru cocci
r'aliva niura e mpizzicu
ri peperoncino russu.

Il Trattore ha detto...

Maccheroncini che favinovi
(vanno bene anche quelle surgelate).

Ingredienti x 4 persone:

Fave kg 0,500
Pasta Kg 0,400
2 uova
Pancetta grammi 50
1 cipolla (meglio se 2 cipollotti freschi)
2 cucchiai olio extravergine d'oliva
mezzo dado vegetale
una manciata di basilico (fresco)
sale e pepe q.b.

Procedimento:

mettere a bollire l'acqua x la pasta.
Nel frattempo, in una capiente padella
fare soffriggere la cipolla tritata,
o i cipollotti tagliate a rondelle
con 2 cucchiai d'olio.
Fare rosolare un pò e aggiungere la
pancetta tagliata a dadini.
Fare rosolare ancora un pò,
e aggiungere le fave.
Mescolare bene, versare un
bicchiere d'acqua e il dado sbriciolato.
Coprire e fare cuocere a fuoco moderato.
Intanto, state cuocendo la pasta.
Sbattere le uova e tenerle da parte.
Prendete il basilico che avete già preparato e
mettetelo insieme alle fave con una spolveratina di
peperoncino (a gusto).
Scolate la pasta (al dente) versatela nella padella
con le fave inserire anche le uova sbattute
mescolare e amalgamare bene il tutto.
Pecorino grattugiato a piacere e.....
Buon appetito!

Vino: rosso di Palagonia.

Il Trattore ha detto...

Con la stagione favorevole si
suggerisce:

Tanna con cozze (zuppa)

Ingredienti per 4 persone

1 kg di tanna già spunticata e lavata (pulita)
1 kg di pomodori maturi
1 spicchio d’aglio
1 cucchiaio di farina
2 cucchiai d’olio extravergine d’oliva
3- 4 kg di cozze
A piacere un peperoncino (non guasta)

Procedimento:

prendiamo la tanna già precedentemente pulita e
la tagliamo piuttosto grossolanamente;
intanto, stiamo già facendo bollire un paio di litri d’acqua
leggermente salata, dove andiamo a immergere la tanna
lasciandola cuocere per circa un quarto d’ora, il tempo
necessario che arrivi metà cottura.
Scoliamo e lasciamo da parte, l’acqua della stessa cottura.
A parte facciamo aprire su fiamma viva le cozze, eliminiamo la valva vuota,
infine copriamo le cozze con la loro acqua filtrata in modo che rimangono morbide.
In un capiente tegame facciamo soffriggere l’aglio nell’olio, uniamo il peperoncino e
I pomodori senza pelle, lasciamo insaporire per circa dieci minuti, aggiungiamo il
cucchiaio di farina sciolta in un po’ d’acqua della tanna, in modo che non si formano grumi.
Dopo circa due minuti uniamo la tanna con almeno 250-300 ml di acqua di cottura con
altrettanta acqua delle cozze già filtrata, lasciamo cuocere per circa cinque minuti.
Infine, aggiungiamo le cozze dove le facciamo cuocere per altre cinque minuti.
Serviamo con delle fette di pane casareccio tostate con sopra un goccio d’ottimo olio e....
BUON APPETITO.
Vino: un buon rosato

Anonimo ha detto...

Buonasera, ho letto tutti i posts e non ho trovato la ricetta dell'impasto dei pizzoli. Ma nessuno la conosce????'

Anonimo ha detto...

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